Una mattina al Caffè Gilli – a tavola con Fioravante

7 ago 2025

Introduzione

Qualche giorno fa, al Caffè Gilli, arrivò Fioravante in bicicletta, col cappello storto, i sandali con i calzini e un profumo vago di pane e pesco. Ordinò un caffè d’orzo – ma senza fretta – e si sedette accanto a me.

Parlammo del valore della vita, del rumore del mondo moderno e di un modo di vivere in silenzio.

Da lì nacque un’intervista immaginaria a un personaggio poetico, per scoprire ciò che conta davvero.

Alla fine, quando Fioravante si alzò per tornare a casa dal gatto, trovai sotto la sua tazzina un pezzo di carta piegato in quattro. Dentro, vi fu una lista scritta con grafia incerta. La trovaste alla fine di questo dialogo – un piccolo promemoria che mostrò come anche le cose di tutti i giorni potessero trasformarsi in qualcosa di poetico.

*    *    *

CLAUDIA: 
Fioravante… posso farti una domanda un po’ grande?
Tu pensi che si possa trovare uno scopo in una vita fatta di piccole cose? Tipo cucinare, lavare i piatti, stendere il bucato…
Tu, per esempio… come la vivi?

FIORAVANTE:
(guarda in su, poi si gratta la testa)
Ah… io … non è che mi sveglio chiedendomi: “Ho uno scopo?”
Penso solo: “Manca il pane.”
Ed esco e poi magari vedo una lucertola che si scalda al sole…
e mi fermo lì.

CLAUDIA:
Non ti capita mai di chiederti: “Sto facendo abbastanza?”

FIORAVANTE:
(si stringe un po’ nelle spalle)
Ehhhh, forse sì.
Ma se nessuno guarda il fiore sul marciapiede… chi lo vede?
Se nessuno risponde al gatto che miagola… chi lo fa?
Io ci sono.
E boh, magari basta.

CLAUDIA:
E le tue giornate semplici… hanno un valore?

FIORAVANTE:
Mah… io non so bene come si misura il valore.
Ma ieri ho aiutato una signora con la sporta della verdura,
e lei mi ha sorriso come se le avessi regalato una stella.
E poi, ho fatto il sugo con pazienza, tutto lento…

CLAUDIA:
Quindi quelle cose piccole che fai – aiutare qualcuno, cucinare con calma – possono essere un dono? Per qualcuno, o magari… per il mondo?

FIORAVANTE:
Eh… un dono è una cosa che non serve,
ma fa bene lo stesso.
Come uno che fischietta mentre scopa il marciapiede
e rende l’aria più leggera per chi passa.

O qualcuno che chiude la porta piano, per non svegliare i vicini.
Nessuno lo applaude.
Ma intanto… il mondo respira meglio.

CLAUDIA:
Ho capito: non è funzionale, o necessario…
non «serve» come una password o una chiave
– ma è giusto.
Nessuno ti chiederà mai: «Hai sorriso oggi?»
E se nessuno dice grazie?

FIORAVANTE:
(si aggiusta il cappello, senza guardare in faccia)
Mah… a volte sì, un po’ mi dispiace.
Ma poi penso:
il pane buono… non è che si offende
se nessuno lo mangia subito.
Aspetta lì.
E resta buono lo stesso il giorno dopo.

CLAUDIA:
Hai mai avuto il desiderio di cambiare il mondo?

FIORAVANTE:
No. Mi basta non romperlo di più.
Se riesco ad aggiustarne un pezzetto…
va già bene.

CLAUDIA:
Molte persone vogliono cambiare il mondo.
Misurano la loro grandezza in base al loro impatto.
Mi sembra che tu la misuri con la cura.

FIORAVANTE:
Mah… io l’impatto non l’ho mai capito bene.
La cura invece… eh, quella resta.
È come cucire un bottone mezzo scucito senza che nessuno te lo chieda.
Come annaffiare una pianta che non è tua.
La grandezza, se c’è, secondo me si nasconde lì
nei gesti che non cercano di essere grandi,
ma piano piano tengono insieme le cose.
Come il filo invisibile che tiene attaccata la manica.

CLAUDIA:
Molti di questi piccoli gesti sono invisibili al mondo moderno.
Ma per te, Fioravante, sono segni di resistenza umana?

FIORAVANTE:
Ma io non li vedo come «protesta»,
nel senso classico del termine.
Non ho un cartello, non faccio comizi.

CLAUDIA:
(ridendo)
Non ti svegli pensando:
«Oggi resisterò al capitalismo urbano!»
Tu resisti a modo tuo, inconsapevolmente.

FIORAVANTE:
È che certe cose mi sembrano giuste.
O forse naturali, ecco.
Per rispetto.
Per grazia.
Quindi non è consapevole, nel senso di strategia.
È più una… fedeltà.
Un istinto quieto.
Non contro qualcosa – ma a favore di qualcosa.

CLAUDIA:
Ma a cosa sei fedele? A certi standard personali, tradizioni, morali?

FIORAVANTE:
(Si ferma un attimo)
Mh… Io non so bene se sia fedeltà a qualcosa di preciso, sai?
Sono fedele… alla gentilezza che non chiede nulla,
alle cose fatte bene, anche quando nessuno guarda,
a un certo modo di stare.
È più come una memoria interiore.
Una musica che sento da sempre – anche se non la so suonare.
Sono fedele a quello che ho visto nei gesti di gente silenziosa.
Come mia zia, che lucidava i bicchieri anche quando era sola.

CLAUDIA:
La tua è una resistenza poetica, non politica.
Una rivoluzione silenziosa.
Vive con grazia, senza nemmeno accorgersene, ricorda agli altri che un altro modo di vivere è possibile.
Non ti senti mai solo in un mondo che corre?

FIORAVANTE:
Oh, ma io non sono solo.
Ho il mio gatto,
e il campanile che suona a mezzogiorno.
Non mi chiedono niente.
Ma ci sono.
E io li sento.

CLAUDIA:
Se potessi esprimere un desiderio?

FIORAVANTE:
Forse… nessuno.
Non mi aspetto niente.
Ognuno ha il suo passo.
Io cammino piano.
E questo, per me, è già pace.
– Che sai… non sono sempre stato così.
Da giovane avevo fretta anch’io.
Ma la pace non arriva come un traguardo.
Si sceglie. Ogni giorno.
Come il tè o il caffè.

CLAUDIA:
A volte mi sembra che tu sia rimasto fedele a un mondo che molti hanno dimenticato…
Tu lo senti ancora vicino?

FIORAVANTE:
(beve l’ultimo sorso di caffè e posa la tazza con delicatezza)
Ci sono ancora voci che capisco:
una tortora, il ticchettio della pioggia,
il mio gatto che si stira come se avesse lavorato tutta la notte. (Ma non ha fatto niente.)
Ecco.
Loro non si sono dimenticati di me.
E io non mi sono dimenticato di loro.

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Postilla

Quando se ne andò,
fece scivolare la sedia piano.
Salutò col cappello, senza parole.
Camminò verso l’uscita lentamente,
facendo attenzione a non urtare le borse delle signore
e a non coprire il sole che filtrava dal vetro.

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Epilogo 

Sul tavolo lasciò una lista.
Latte, burro, pane…
E in fondo, un articolo che spiccava:
Bottoni.

E pensai:
Fioravante non vuole cambiare il mondo.
Ma ogni tanto,
gli piace aggiustargli un bottone.


La storia di Fioravante non iniziò in un caffè… ma in una poesia.
Scoprila quiFioravante 🌸🚲

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Lauren
Audrey
Lorenzo

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