Uno dei commenti che ho ricevuto dalla mia amica Laura su questo sito web per la mia poesia Fioravante mi ha davvero colpito:
«… Non è che Fioravante ami la natura in modo astratto - è che la natura è l'unica che gli risponde. Gli umani sono distratti, connessi solo ai loro dispositivi, mentre lui è rimasto lì, fedele a un mondo che se è ormai dimenticato di lui…
"...Non è che Fioravante ami la natura in modo astratto, è che la natura è l'unica che gli risponde. Gli umani sono distratti, connessi solo ai loro dispositivi, mentre lui è rimasto lì, fedele a un mondo che ormai si è dimenticato di lui..."
Ciò che ha notato è vero: dietro l'immagine di questo personaggio poetico, che parla ai fiori, a un gatto e al vento, si nasconde la triste realtà che nessun essere umano gli risponde.
Ciò è allo stesso tempo tragico e bello.
È tragico perché l'isolamento lascia Fioravante con una ferita. Per me, la forma più profonda di crudeltà non è l'insulto, ma l'indifferenza. Isolare qualcuno – ignorarlo, escluderlo da un gruppo, non rispondergli, bloccarlo – è un atto di disumanizzazione sottile ma devastante.
Allo stesso tempo, questa immagine di Fioravante è anche bella, perché personifica la grazia nell'abbandono. Pur non essendo amato, non visto, non ascoltato, Fioravante non è amareggiato né si chiude al mondo. Al contrario, si connette con ciò che rimane: il gatto, i fiori, il vento, le campane.
Egli prospera ancora, forse non nel senso moderno di fama o successo mondano, ma in un modo che richiama l'ideale rinascimentale di successo : qualcuno che affina la propria mente e il proprio carattere attraverso la conoscenza, la virtù e la bellezza, al servizio del bene comune.*
Durante il Rinascimento, gli umanisti tenevano in altissima considerazione la dignità umana. Seguendo l'esempio di Petrarca, celebravano gli esseri umani come creature relazionali, capaci di benevolenza e reciprocità. La civiltà si fondava sull'eloquenza e sul dialogo . Il silenzio imposto a qualcuno minacciava non solo la perdita di prestigio sociale, ma anche la stessa dignità umana.
Oggi, l'isolamento è forse un costo psicologico del progresso. Nel mondo moderno, le persone spesso si allontanano sempre di più le une dalle altre, e anche i loro valori sembrano essersi spostati dall'essere al fare, dalle relazioni alla produttività.
Contro ogni logica, e senza una ragione apparente, Fioravante prospera nel mondo moderno – come fiori che crescono nei crepacci o come un affresco, consumato dal tempo ma ancora intatto. Ci offre la possibilità che anche noi possiamo prosperare ancora oggi, traendo ispirazione da coloro che un tempo vivevano con grazia.
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*Anche i pensatori rinascimentali cercavano la fama e spesso si scontravano con la tensione tra il riconoscimento terreno e il significato eterno. Ma il vero ideale umanistico era la piena realizzazione dell'essere umano, non la notorietà.
Commento (1)
La frase «grazia nell’abbandono» è forse il cuore dell’intero testo — e il messaggio che resta. È una delle immagini più belle